Vincenzo Gemito (1852 - 1929)

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Vincenzo Gemito Quotazioni

Le quotazioni di Vincenzo Gemito per le sculture vanno da €500 ad oltre €30.000. Nella stima di una scultura dell'artista è fondamentale comprendere se l'opera è stata fatta da lui o successivamente dalla fonderia. Il mercato è pieno di opere non realizzate dallo scultore e che quindi hanno valore di mercato nettamente inferiori. Il record di vendita di Vincenzo Gemito è di circa €100.000 e risale al 2007. Sono molto ricercati anche i disegni dell'artista, che hanno valori medi di €1000/5000.

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Biografia Vincenzo Gemito

Vincenzo Gemito (Napoli 1852 - 1929) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. Iscrittosi nel 1864 all'Istituto di Belle Arti di Napoli, condivide con Antonio Mancini, futuro pittore, un'adolescenza povera e l'esperienza di ragazzi di bottega nello studio dello scultore Caggiano. Qui Gemito apprende i primi rudimenti dell'arte scultorea e comincia a disegnare dal vero. Diviene più tardi allievo di Stanislao Lista. Nel 1868 espone alla mostra della Promotrice di Belle Arti una terracotta, acquistata poi da Vittorio Emanuele II per la collezione di Capodimonte, mentre nel 1871 vince il Concorso per il Pensionato di Roma, bandito dall'Accademia di Belle Arti di Napoli. Trascorre i quattro anni del pensionato quasi sempre a Napoli, studiando i marmi antichi nei musei ed eseguendo mirabili ritratti e alcune variazioni sul tema. Il pescatore, la cui versione in bronzo, esposta a Parigi nel 1877, sarà determinante per l'affermazione dell'artista presso il grande pubblico.

Dopo il soggiorno parigino Gemito espone alla IV Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino (1880) e poi decide di tornare definitivamente a Napoli. Qui raggiunge l'apice della propria attività artistica e, con l'aiuto del barone De Mesnil, apre anche una fonderia, dove può eseguire direttamente la fusione di molte sue opere, il cui realismo, sempre perseguito con coerenza, unisce la raffinatezza della scultura ellenistica con la plastica popolare napoletana. Nel 1885 partecipa all'Esposizione Universale di Anversa, ma l'accavallarsi di commissioni e di impegni (attende in quel periodo anche ad una grande statua in marmo di Carlo V, da collocare sulla facciata del Palazzo Reale di Napoli) lo portano a manifestare chiari segni di esaurimento psichico. Viene ricoverato in casa di cura, ma l'abbandona subito per chiudersi in segregazione nella sua casa, rimanendovi fino al 1909. In questo periodo di tempo sue opere sono però esposte alla Biennale di Venezia (1903-1909). Negli ultimi anni si dedica prevalentemente a lavori di oreficeria e al disegno. Mostre antologiche gli vengono dedicate dalla Galleria di Lino Pesaro a Milano (1927) e dall'Amministrazione provinciale di Napoli (1928).

FONTE: Scultura italiana del primo Novecento

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